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Gandhara fu un antico e importante centro di cultura e commercio situato lungo la Via della Seta, nel territorio che oggi corrisponde all’Afghanistan orientale e alla regione nord-occidentale del Pakistan. Questo regno prosperò tra il VI secolo a.C. e l’XI secolo d.C. grazie alla sua posizione strategica, fungendo da crocevia tra civiltà orientali e occidentali. Gandhara viene menzionato in testi buddisti e induisti, descrivendolo come situato lungo l’Uttarapatha (il “sentiero settentrionale”), una via commerciale che collegava il Gange al Punjab e alla Valle di Taxila, fino a raggiungere la Battriana. Nell’epica indiana Mahabharata, i re di Gandhara sono citati come alleati dei Kurava nelle loro guerre contro i Pandava. Anche lo storico greco Erodoto menzionò la regione, riferendosi ad essa come Paktuike e indicandola come una delle 20 province dell’Impero Persiano.
Gandhara sotto il dominio persiano
Durante l’Impero Persiano, verso la fine del regno di Ciro II (558–530 a.C.) e sotto Dario I (521–486 a.C.), Gandhara divenne parte del settimo satrapo dell’impero. L’influenza achemenide (circa 530-380 a.C.) portò un’organizzazione amministrativa nel governo di Gandhara, che venne integrato nel sistema persiano. Successivamente, dopo il 380 a.C., la regione vide la nascita di una serie di piccoli regni fino all’invasione di Alessandro Magno nel 327 a.C. Il dominio di Alessandro su Gandhara fu breve, ma lasciò un’impronta significativa sulla regione.
Il ruolo dell’Impero Maurya e Ashoka
Dopo Alessandro, l’Impero Maurya si consolidò a partire da Gandhara, con il suo fondatore, Chandragupta Maurya (322–298 a.C.), che aveva vissuto a Taxila durante la conquista di Alessandro. Chandragupta riuscì a sconfiggere i Greci Selucidi nel 305 a.C. e divenne sovrano di gran parte dell’India. Gandhara rimase sotto il dominio dei Maurya per i successivi 150 anni. Il grande sovrano Maurya, Ashoka (304-232 a.C.), che inizialmente era governatore di Gandhara, promosse la diffusione del buddismo nella regione, rendendo Gandhara un centro religioso e culturale buddista.
L’influenza greco-battriana e kushana
Dopo la caduta dei Maurya, intorno al 185 a.C., il re greco di Battriana, Demetrio, invase Gandhara, sebbene il suo controllo non durò a lungo. Tuttavia, durante il regno di Menandro (circa 140 a.C.), Gandhara godette di un breve periodo di indipendenza, governato dalle città di Taxila e Sagala. Dopo Menandro, la regione cadde sotto l’influenza dei Saka e successivamente dei Parti. Durante questo periodo, Gandhara divenne un punto di fusione di influenze culturali e artistiche greche, introducendo innovazioni artistiche che contribuirono alla nascita della famosa Scuola di Arte Gandharica, che unì convenzioni artistiche greche con temi buddisti. Fu in questo contesto che gli artisti gandharici furono i primi a rappresentare il Buddha in forma umana, enfatizzando sia il realismo che la bellezza ideale della figura umana. Tra le opere d’arte più celebri di questo periodo vi è il “Buddha digiunante”, che raffigura un Buddha meditativo i cui ossi sono esposti a causa della sua estrema emaciazione.
L’età dell’oro sotto i Kushan
L’apice culturale e artistico di Gandhara si raggiunse durante il regno dei Kushan, in particolare sotto l’imperatore Kanishka (128–151 d.C.), che governò da Peshawar. L’impero Kushan si estese dall’India meridionale fino ai confini della Cina Han. Da Peshawar, la cultura buddista e l’arte gandharica si diffusero fino all’Estremo Oriente. Numerosi monasteri buddisti, grandi statue e stupa sopravvissuti testimoniano il fervore religioso e artistico di questo periodo.
Declino e influenza degli invasori
Dopo il 241 d.C., Gandhara divenne vassallo dei Sasanidi, ma continuò a prosperare come centro culturale, artistico e commerciale fino al V secolo. Fu durante questo periodo che furono prodotte le gigantesche statue del Buddha, scolpite nelle montagne e installate nei monasteri. Tuttavia, a metà del V secolo, i bianchi Unni invasero la regione, causando un declino culturale. Il buddismo cominciò a perdere terreno e l’induismo tornò a guadagnare qualche seguito. I Sasanidi riuscirono a scacciare gli Unni intorno al VI secolo, e nonostante l’ascesa dell’Islam nel 644, i conquistatori arabi mostrarono poco interesse per Gandhara. La pratica del buddismo continuò sotto il dominio turco fino all’invasione degli Hindushahi intorno all’870.
La fine di Gandhara e la riscoperta moderna
Gli Hindushahi stabilirono la loro capitale a Udabhandapura e Gandhara godette di un breve periodo di prosperità durante il Medioevo. Tuttavia, nel 1021, la regione cadde sotto il controllo dei leader musulmani, segnando la fine del regno di Gandhara, che fu assorbito nell’orbita del mondo islamico. L’interesse per la storia di Gandhara fu riacceso dagli archeologi britannici a metà del XIX secolo, portando alla riscoperta di importanti reperti artistici e culturali della regione.
Schema riassuntivo del regno di Gandhara
Periodo | Evento/Conquista | Influenza Culturale/Artistica |
---|---|---|
VI secolo a.C. – 530 a.C. | Dominio persiano sotto Ciro II e Dario I | Organizzazione amministrativa persiana |
327 a.C. | Invasione di Alessandro Magno | Breve influenza ellenistica |
322-298 a.C. | Chandragupta fonda l’Impero Maurya | Diffusione del buddismo |
140 a.C. | Regno indipendente di Menandro | Sviluppo della Scuola di Arte Gandharica |
128-151 d.C. | Regno di Kanishka dei Kushan | Età dell’oro di Gandhara |
V secolo d.C. | Invasione degli Unni | Declino del buddismo |
1021 d.C. | Conquista musulmana | Assorbimento nell’Impero islamico |
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