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Esiste un notevole dibattito, e poche certezze, riguardo a quando, dove e come i primi esseri umani giunsero e si stabilirono nelle Americhe. Per gran parte del XX secolo (anni 1920–1980), le teorie di Aleš Hrdlicka (1869–1943) del National Museum degli Stati Uniti hanno dominato il campo dell’antropologia fisica nelle Americhe. Hrdlicka sosteneva che tutti i popoli indigeni delle Americhe avevano origine dall’Asia settentrionale e discendevano da un ceppo mongoloide. Questa teoria si integrava con l’ipotesi del “Clovis-First”, che prevede che gli antenati di tutti i popoli delle Americhe siano giunti attraversando un ponte di terra allo stretto di Bering, chiamato Beringia, durante la fine dell’ultima glaciazione, intorno al 10.000 a.C.

Secondo questa teoria, i primi Paleo-Indiani si diffusero in tutto il continente e i loro discendenti più immediati furono la cultura Clovis, che si distinse per una particolare tecnica di scheggiatura della pietra, scoperta per la prima volta vicino a Clovis, in Nuovo Messico, negli anni ’30. La cultura Clovis fu seguita dalla cultura Folsom e dalle successive culture Paleo-Indiane.

Nuove Scoperte e Teorie Alternative

A partire dagli anni ’90, numerosi siti pre-Clovis dimostrarono in modo conclusivo che gli esseri umani abitavano le Americhe molto prima dell’orizzonte Clovis. Nuove discipline come la paleobotanica, la paleoparassitologia, la paleoclimatologia, la paleoecologia e l’analisi del DNA mitocondriale (mtDNA), insieme a nuove tecnologie di datazione come il radiocarbonio e la luminescenza otticamente stimolata (OSL), hanno retrodatato la presenza umana nelle Americhe ad almeno 16.000 anni fa.

In Nord America, il Sud degli Stati Uniti e la regione del Mid-Atlantic, al di sotto della glaciazione del Wisconsin, si sono rivelate importanti aree di insediamento umano nel periodo pre-Clovis. Tra i siti più noti vi sono il Meadowcroft Rockshelter in Pennsylvania sud-occidentale, datato intorno ai 16.000 anni fa, e il sito di Cactus Hill in Virginia, con manufatti risalenti a circa 16.000 anni fa. Altri siti significativi includono Saltville in Virginia, datato a 14.000 anni fa, e il Topper site in South Carolina, anch’esso datato a circa 16.000 anni fa.

Siti in Sud America

Anche in Sud America sono stati scoperti siti antecedenti alla cultura Clovis, come il progetto Monte Verde in Cile, diretto dall’archeologo statunitense T. D. Dillehay negli anni ’80 e ’90, che ha dimostrato che gli esseri umani abitavano l’area meridionale del continente almeno 12.500 anni fa, con alcune prove che suggeriscono date fino a 33.000 anni fa. Altri siti includono il progetto Taima Taima in Venezuela e il progetto Pedra Furada nel nord-est del Brasile, diretto dall’antropologa brasiliana Niède Guidon, che ha datato reperti fino a 35.000-55.000 anni fa.

Teorie di Migrazione e Controversie

Alcune teorie suggeriscono migrazioni dall’Asia meridionale, dall’Africa e persino dall’Europa prima dell’era Clovis. Tra i reperti più controversi c’è il Kennewick Man, un antico scheletro trovato nel fiume Columbia nello Stato di Washington e datato a circa 9.300 anni fa, che presenta caratteristiche anatomiche definite da alcuni come “caucasoidi” e non associate ai nativi americani, alimentando un acceso dibattito. Meno dibattuta è la scoperta di “Luzia” in Brasile, un altro scheletro datato a circa 10.000 anni fa con caratteristiche morfologiche che ricordano quelle africane o asiatiche.

Analisi del DNA mitocondriale hanno rivelato una complessa eredità genetica delle popolazioni precolombiane, suggerendo legami genetici non solo con l’Asia settentrionale, ma anche con l’Asia meridionale, l’Africa e l’Europa.

Teoria delle Migrazioni Multiple

Le evidenze linguistiche e genetiche suggeriscono che gli esseri umani giunsero nelle Americhe in diverse ondate migratorie, e non esclusivamente dall’Asia settentrionale. Una delle teorie più plausibili suggerisce che queste migrazioni siano iniziate tra i 30.000 e i 20.000 anni fa, con migrazioni via mare dalle coste dell’Asia verso quelle del Pacifico settentrionale e meridionale. Tuttavia, la conferma di queste teorie richiederebbe scavi archeologici sottomarini, poiché le coste originali sono state sommerse dall’innalzamento del livello del mare all’inizio dell’Olocene (circa 10.000 anni fa).

Ostacoli alla Ricerca

Uno dei principali ostacoli ai progressi nella ricerca è costituito dalle lotte accademiche tra le varie scuole di pensiero e dalle barriere linguistiche e culturali tra studiosi nord e sudamericani. Negli Stati Uniti, la Native American Graves Protection and Repatriation Act (NAGPRA) del 1990 rappresenta una sfida significativa per la ricerca scientifica, poiché richiede che tutti i resti umani precolombiani e i manufatti siano restituiti alle tribù dei nativi americani riconosciute dal governo. Questo ostacola i test scientifici, come nel caso del Kennewick Man, ma è visto come una necessaria protezione per il benessere spirituale delle comunità native.

Schema riassuntivo

AspettoDescrizione
Teoria Clovis-FirstMigrazione attraverso lo stretto di Bering intorno al 10.000 a.C.
Nuove scoperteSiti pre-Clovis che retrodatano la presenza umana a oltre 16.000 anni fa
Siti principaliMeadowcroft Rockshelter (USA), Monte Verde (Cile), Pedra Furada (Brasile)
ControversieKennewick Man, migrazioni dall’Asia meridionale, Africa e Europa
Teorie delle migrazioniOndate multiple di migrazioni attraverso Asia, Africa e forse Europa
Ostacoli alla ricercaScontri accademici, leggi sulla protezione dei resti nativi americani (NAGPRA)

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