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Il Libro di Ester racconta la storia della regina persiana Ester e di suo zio Mardocheo, che sventano il piano malvagio di Aman, un cortigiano persiano, volto a sterminare il popolo ebraico. Aman viene impiccato alla forca che aveva preparato per Mardocheo, e Mardocheo prende il suo posto come consigliere del re persiano. Il libro, originariamente scritto in ebraico biblico, esiste in diverse versioni che hanno determinato le molte interpretazioni e usi che ne sono stati fatti nel corso della storia. La data della stesura originale è incerta.

Significato e importanza nella tradizione ebraica

Il libro di Ester è noto nella tradizione ebraica soprattutto per il suo legame con la liturgia. Il rotolo di Ester (in ebraico: megillah) viene letto durante la festa di Purim, una celebrazione primaverile che trova le sue origini proprio negli eventi narrati nel libro. Purim è una festa caratterizzata da festeggiamenti vivaci, banchetti e allegria, compreso il consumo di bevande alcoliche, in linea con il tema della vittoria e della liberazione. L’origine della festa potrebbe risalire a tradizioni mesopotamiche o persiane, ma il libro di Ester racconta la sua forma ebraica: una commemorazione del successo di Ester e Mardocheo nel fermare i piani di Aman, che minacciavano un genocidio simile a quello descritto nel libro dell’Esodo. Gli ebrei iraniani, una comunità storicamente numerosa, si definiscono “i figli di Ester”, in segno di devozione alla figura della regina.

Versioni e interpretazioni nelle tradizioni cristiane

Nel Protestantesimo, il libro di Ester è identico alla versione ebraica, con l’unica differenza che è considerato un libro storico e collocato insieme a Giosuè, Giudici e altri libri che raccontano la storia del popolo scelto da Dio. L’esegesi protestante ha spesso trattato Ester come un testo storico. Sebbene gli ebrei abbiano considerato Ester una figura storica, la questione non ha mai avuto la stessa urgenza che ha avuto per gli studiosi cristiani. Gli interpreti protestanti hanno inoltre cercato di identificare il re persiano Assuero con uno dei re storici chiamati Artaserse.

Nel Cattolicesimo e nelle Chiese Ortodosse, il libro di Ester presenta delle aggiunte derivanti dalla traduzione greca del testo ebraico. In particolare, la versione ebraica di Ester (così come le versioni ebraiche e protestanti) non menziona il nome di Dio, anche se la trama è chiaramente guidata dalla provvidenza divina. I traduttori greci rimediarono a questa mancanza inserendo due lunghe preghiere (una pronunciata da Mardocheo e l’altra da Ester), oltre ad altre aggiunte. Questi passaggi, chiamati le “Aggiunte al libro di Ester”, sono parte canonica delle Scritture per cattolici e ortodossi, mentre sono considerati apocrifi nelle traduzioni protestanti della Bibbia. Nel culto cattolico e ortodosso, le uniche parti del libro di Ester usate nella liturgia sono le due preghiere.

Carattere letterario e valore storico

La moderna critica biblica ha sottolineato il carattere letterario del libro di Ester. Si tratta di una storia che mostra come gli ebrei possano prosperare e proteggersi in un mondo non ebraico. Sebbene vi sia una base storica nel fatto che gli ebrei vivevano in tutto l’Impero persiano, non esistono prove storiche dell’esistenza di un re di nome Assuero, né di un ebreo che abbia raggiunto il potere di Mardocheo o di una regina ebrea di Persia.

Nonostante queste incongruenze storiche, il messaggio centrale del libro è l’importanza della fiducia nella provvidenza divina e della resistenza del popolo ebraico di fronte all’oppressione, valori che hanno conferito al libro di Ester un posto centrale nel canone biblico e nella tradizione ebraica.

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