Dopo Alessandro, l’Impero Maurya si consolidò a partire da Gandhara, con il suo fondatore, Chandragupta Maurya (322–298 a.C.), che aveva vissuto a Taxila durante la conquista di Alessandro. Chandragupta riuscì a sconfiggere i Greci Selucidi nel 305 a.C. e divenne sovrano di gran parte dell’India. Gandhara rimase sotto il dominio dei Maurya per i successivi 150 anni. Il grande sovrano Maurya, Ashoka (304-232 a.C.), che inizialmente era governatore di Gandhara, promosse la diffusione del buddismo nella regione, rendendo Gandhara un centro religioso e culturale buddista.
Dopo la caduta dei Maurya, intorno al 185 a.C., il re greco di Battriana, Demetrio, invase Gandhara, sebbene il suo controllo non durò a lungo. Tuttavia, durante il regno di Menandro (circa 140 a.C.), Gandhara godette di un breve periodo di indipendenza, governato dalle città di Taxila e Sagala. Dopo Menandro, la regione cadde sotto l’influenza dei Saka e successivamente dei Parti. Durante questo periodo, Gandhara divenne un punto di fusione di influenze culturali e artistiche greche, introducendo innovazioni artistiche che contribuirono alla nascita della famosa Scuola di Arte Gandharica, che unì convenzioni artistiche greche con temi buddisti. Fu in questo contesto che gli artisti gandharici furono i primi a rappresentare il Buddha in forma umana, enfatizzando sia il realismo che la bellezza ideale della figura umana. Tra le opere d’arte più celebri di questo periodo vi è il “Buddha digiunante”, che raffigura un Buddha meditativo i cui ossi sono esposti a causa della sua estrema emaciazione.
L’apice culturale e artistico di Gandhara si raggiunse durante il regno dei Kushan, in particolare sotto l’imperatore Kanishka (128–151 d.C.), che governò da Peshawar. L’impero Kushan si estese dall’India meridionale fino ai confini della Cina Han. Da Peshawar, la cultura buddista e l’arte gandharica si diffusero fino all’Estremo Oriente. Numerosi monasteri buddisti, grandi statue e stupa sopravvissuti testimoniano il fervore religioso e artistico di questo periodo.
Dopo il 241 d.C., Gandhara divenne vassallo dei Sasanidi, ma continuò a prosperare come centro culturale, artistico e commerciale fino al V secolo. Fu durante questo periodo che furono prodotte le gigantesche statue del Buddha, scolpite nelle montagne e installate nei monasteri. Tuttavia, a metà del V secolo, i bianchi Unni invasero la regione, causando un declino culturale. Il buddismo cominciò a perdere terreno e l’induismo tornò a guadagnare qualche seguito. I Sasanidi riuscirono a scacciare gli Unni intorno al VI secolo, e nonostante l’ascesa dell’Islam nel 644, i conquistatori arabi mostrarono poco interesse per Gandhara. La pratica del buddismo continuò sotto il dominio turco fino all’invasione degli Hindushahi intorno all’870.
Gli Hindushahi stabilirono la loro capitale a Udabhandapura e Gandhara godette di un breve periodo di prosperità durante il Medioevo. Tuttavia, nel 1021, la regione cadde sotto il controllo dei leader musulmani, segnando la fine del regno di Gandhara, che fu assorbito nell’orbita del mondo islamico. L’interesse per la storia di Gandhara fu riacceso dagli archeologi britannici a metà del XIX secolo, portando alla riscoperta di importanti reperti artistici e culturali della regione.
Periodo | Evento/Conquista | Influenza Culturale/Artistica |
---|---|---|
VI secolo a.C. – 530 a.C. | Dominio persiano sotto Ciro II e Dario I | Organizzazione amministrativa persiana |
327 a.C. | Invasione di Alessandro Magno | Breve influenza ellenistica |
322-298 a.C. | Chandragupta fonda l’Impero Maurya | Diffusione del buddismo |
140 a.C. | Regno indipendente di Menandro | Sviluppo della Scuola di Arte Gandharica |
128-151 d.C. | Regno di Kanishka dei Kushan | Età dell’oro di Gandhara |
V secolo d.C. | Invasione degli Unni | Declino del buddismo |
1021 d.C. | Conquista musulmana | Assorbimento nell’Impero islamico |
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