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Il termine Gallia nell’epoca romana era utilizzato per descrivere due diverse regioni: la Gallia Cisalpina, che copriva la parte settentrionale dell’Italia occupata dalle tribù celtiche, e la Gallia Transalpina, che comprendeva l’area della moderna Francia e altre regioni circostanti, anch’essa abitata da Celti. Nonostante le tribù celtiche delle due regioni condividessero molte caratteristiche culturali e religiose, le loro storie si svilupparono in maniera molto diversa. Entrambe le popolazioni trovano le loro origini nell’Età del Bronzo, e numerosi reperti archeologici di armi e ornamenti di bronzo sono stati attribuiti a queste culture. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che i Celti fossero discendenti degli Sciti, ma tale teoria si basa prevalentemente su analogie nelle prime opere in metallo. Con l’inizio del periodo noto come “cultura di La Tène” (intorno al 500 a.C.), i Celti iniziarono a utilizzare il ferro. Oltre alle due aree della Gallia all’interno dell’Impero Romano, popolazioni di origine gallica migrarono in altre parti d’Europa, stabilendosi nelle Isole Britanniche, nella Spagna e nel Portogallo occidentali, nonché in Germania centrale, Austria, Ungheria, Romania e persino in alcune zone dell’odierna Bulgaria.
Le origini della Gallia Cisalpina
Dal VI secolo a.C., le evidenze archeologiche mostrano la presenza di insediamenti etruschi nell’Italia settentrionale, con i Celti che iniziarono a occupare queste aree nel V e IV secolo a.C. Questi Celti si stabilirono nelle regioni del Piemonte e della Lombardia, convivendo pacificamente con gli Etruschi, come dimostrano le tombe celtiche ed etrusche rinvenute negli stessi cimiteri. Secondo lo storico romano Livio, quando i Galli arrivarono nell’Italia settentrionale, fondarono 12 città lungo i due versanti dell’Appennino e successivamente altre 12 città più a sud. Durante il regno di Tarquinio Prisco, re di Roma dal 616 al 578 a.C., una delle tribù galliche, gli Insubri, stabilì il proprio centro a Mediolanum (l’attuale Milano). Altre tribù, come i Cenomani, i Boii, i Senoni e i Lingoni, seguirono gli Insubri stabilendosi nella Pianura Padana e assimilando progressivamente la cultura etrusca.
L’attacco dei Galli a Roma
Nel 386 a.C., i Galli furono abbastanza forti da attaccare Roma, riuscendo a saccheggiare la città. Tuttavia, una parte della popolazione romana si rifugiò sulla rocca del Campidoglio e, secondo la tradizione, riuscì a respingere i Galli grazie all’allarme dato dalle oche sacre alla dea Giunone, che con il loro starnazzare avvertirono i difensori dell’arrivo dei nemici. Dopo questo evento, i Galli continuarono a minacciare Roma durante i secoli IV e III a.C., ma furono definitivamente sconfitti nella battaglia di Talamone nel 225 a.C. A seguito di questa vittoria, Roma lanciò una massiccia offensiva contro la Gallia Cisalpina, conquistando Mediolanum nel 222 a.C.
Tuttavia, l’espansione romana fu temporaneamente interrotta dall’arrivo di Annibale, il generale cartaginese, nel 219 a.C. Annibale attraversò le Alpi e trovò sostegno da molte tribù galliche in Italia settentrionale. Nonostante le sue vittorie, Annibale non riuscì a conquistare Roma e nel 203 a.C. fu richiamato in Africa, dove fu sconfitto dai Romani. Dopo la guerra sociale (91-89 a.C.), Roma fondò la colonia di Gallia Cisalpina, estendendo la cittadinanza romana a tutti gli abitanti nel 49 a.C., su decisione di Giulio Cesare.
La Gallia Transalpina
La Gallia Transalpina copriva gran parte dell’odierna Francia, Belgio e alcune zone della Germania. La regione era abitata da una confederazione di tribù celtiche e, prima della conquista romana, vi erano insediamenti greci lungo la costa meridionale, come Massalia (Marsiglia). I Romani soprannominarono i Galli Longhicapillati (“Galli dai lunghi capelli”), prendendoli in giro per l’uso dei pantaloni e per alcune usanze belliche come l’uso di vernici corporee. I Galli erano abili guerrieri, spesso numerosi, ma meno organizzati strategicamente rispetto ai Romani, il che spiegava in parte la loro sconfitta.
Le guerre galliche
Le guerre galliche iniziarono nel 58 a.C. quando Giulio Cesare, governatore della Gallia Cisalpina e Transalpina, lanciò una campagna per conquistare la Gallia centrale. In una serie di battaglie, Cesare sconfisse i principali gruppi celtici, inclusi gli Elvezi e i Belgi. Dopo aver consolidato il controllo romano, Cesare affrontò Vercingetorige, capo degli Arverni, che organizzò una resistenza. Nonostante alcuni successi iniziali, Vercingetorige fu costretto a ritirarsi ad Alesia, dove fu assediato dalle truppe di Cesare e alla fine si arrese nel 52 a.C.
La Gallia sotto il dominio romano
Con la vittoria romana, la Gallia divenne una provincia dell’Impero e fu divisa in quattro province sotto Augusto: Narbonense, Lugdunense, Aquitania e Belgica. Durante il periodo romano, la Gallia prosperò grazie alla sua fertile agricoltura e divenne un importante centro del primo cristianesimo. Tuttavia, dalla fine del III secolo d.C., la Gallia subì numerose invasioni da parte di Germani, Franchi, Burgundi e Visigoti, che segnarono il declino del controllo romano.
Tabella riassuntiva
Periodo | Evento | Conseguenza storica |
---|---|---|
VI secolo a.C. | Prime migrazioni celtiche in Italia settentrionale | Convivenza con gli Etruschi |
386 a.C. | Sacco di Roma da parte dei Galli | Rafforzamento delle difese romane |
225 a.C. | Battaglia di Talamone | Vittoria decisiva di Roma sui Galli |
58-52 a.C. | Guerre galliche di Giulio Cesare | Conquista della Gallia e trasformazione in provincia romana |
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