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L’Etiopia è riconosciuta come uno dei luoghi più antichi abitati dall’uomo. I frammenti ossei rinvenuti nel novembre 1994 vicino ad Aramis, nella valle inferiore dell’Awash, dall’antropologo etiope Yohannes Haile Selassie, sono stati collegati all’Australopithecus afarensis, una creatura simile a una scimmia vissuta circa 4 milioni di anni fa, che potrebbe essere un antenato dell’uomo moderno. Successivamente, sono stati trovati altri reperti che attestano l’attività ominide precoce nel paese. Vi sono anche strumenti in pietra e disegni preistorici scoperti in grotte calcaree vicino a Dire Dawa, con scoperte iniziali fatte da H. Breuil e P. Wernert nel 1923, ulteriori lavori eseguiti negli anni ’40 da H. Vallois, e ricerche successive negli anni ’70 da parte di C. Howell e Y. Coppens.

Sviluppo delle prime comunità

Intorno all’ottavo e sesto millennio a.C., la popolazione iniziò a domesticare gli animali, e le prove archeologiche mostrano che già nel 5000 a.C. si formarono comunità negli altopiani etiopi. Si ritiene che in questo periodo le lingue cominciarono a svilupparsi. Gli studiosi attribuiscono un’antica lingua, che si evolverà poi in quelle oggi conosciute come lingue Cushitiche e Semitiche. Entro il 2000 a.C., si trovano testimonianze della coltivazione di cereali e dell’uso dell’aratro, probabilmente introdotti dal Sudan, nonché della pastorizia. In questo periodo, si ipotizza che la lingua parlata fosse il Geez, un linguaggio semitico comune nella regione del Tigray, che si evolse in ciò che oggi conosciamo come l’Amarico e il Tigrino.

Relazioni con l’antico Egitto e la terra di Punt

Numerosi legami esistevano tra l’antica Etiopia e l’Egitto. Il faraone Sahure inviò una spedizione nella terra di Punt durante la quinta dinastia egizia (intorno al 2500 a.C.), una regione che molti studiosi ritengono fosse parte dell’attuale Etiopia o Sudan. I racconti di queste spedizioni riportano la raccolta di prodotti esotici come mirra, elettro (una lega di oro e argento), ebano, incenso e zanne di elefante. La più famosa di queste spedizioni è quella guidata dalla regina Hatshepsut intorno al 1495 a.C., come riportato da iscrizioni nel suo tempio a Deir el-Bahri.

Regno di Da’amat

Intorno all’800 a.C., iniziò a emergere in Etiopia il regno di Da’amat, con capitale probabilmente a Yeha. Questo regno prosperò per circa 400 anni, grazie al commercio di prodotti come avorio, gusci di tartaruga, corna di rinoceronte, oro e schiavi con i mercanti dell’Arabia meridionale. Scavi condotti da archeologi come Francis Anfray e Rodolfo Fattovich hanno rivelato che Yeha era un importante centro commerciale. Tuttavia, il regno declinò, probabilmente a causa dello sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e della crescente concorrenza commerciale.

Ascesa del regno di Axum

Il regno di Axum, da cui l’Etiopia moderna fa risalire le sue origini, iniziò a emergere attorno al 1000 a.C., prendendo gradualmente il posto di Da’amat. Axum divenne un importante potere commerciale, controllando le rotte commerciali tra il Sudan e il porto di Adulis sul Mar Rosso. L’alfabeto utilizzato ad Axum derivava da quello sud-arabico, e la lingua parlata era il Geez. Axum mantenne stretti legami con l’Arabia, al punto che alcuni storici ritengono che il regno fosse stato influenzato o fondato da immigrati arabi.

Influenza del Giudaismo e del Cristianesimo

Durante l’ottavo secolo a.C., si ritiene che il Giudaismo sia giunto in Etiopia, dando origine alla comunità ebraica dei Falasha. È difficile collegare cronologicamente l’arrivo del Giudaismo a eventi biblici specifici, ma la leggenda della regina di Saba, conosciuta localmente come regina Makeda, è significativa. Secondo la tradizione, Makeda si recò a Gerusalemme e incontrò il re Salomone, con cui ebbe un figlio, Menelik I, capostipite della dinastia etiope. Una versione della leggenda afferma che Menelik tornò a Gerusalemme e prese l’Arca dell’Alleanza, che secondo alcuni sarebbe ancora in Etiopia.

Il Cristianesimo arrivò in Etiopia durante il regno dell’imperatore Ezana (303-350 d.C.), grazie a Frumenzio, il primo vescovo di Axum, consacrato da Atanasio di Alessandria. Il Cristianesimo adottato da Axum era di stampo Monofisita, simile a quello della Chiesa Copta d’Egitto. Questa forma di Cristianesimo divenne la religione dominante ad Axum e portò a una grande influenza culturale e politica.

Declino del regno di Axum

Axum raggiunse il suo apice nel VI secolo, controllando territori su entrambe le sponde del Mar Rosso e mantenendo relazioni diplomatiche con l’Impero Bizantino. Tuttavia, l’invasione dell’Impero Sassanide nel 572 segnò l’inizio del suo declino. I Sassanidi interruppero le rotte commerciali cruciali di Axum verso l’Arabia e l’Egitto, portando a un graduale deterioramento del potere e dell’influenza del regno. Entro il VII secolo, l’espansione araba nel Mediterraneo e in Arabia tagliò ulteriormente i collegamenti commerciali di Axum, segnando la fine della sua importanza politica.

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