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Il Deuteronomio è l’ultimo libro del Pentateuco, e la sua importanza risiede nel fatto che viene spesso considerato come il fondamento teologico che organizza il gruppo successivo di libri biblici, che va dal Deuteronomio fino a 2 Re. Questo insieme di testi è conosciuto come Storia Deuteronomistica (DH), una prospettiva sulla storia biblica che riflette la visione dell’editore del Deuteronomio. Fu Martin Noth il primo a proporre questa teoria, oggi largamente accettata dagli studiosi della storia e della religione dell’antico Israele.

Origine e Contenuto del Deuteronomio

Il termine Deuteronomio deriva dal greco e significa “seconda legge”. Tuttavia, la legge contenuta in questo libro non è una semplice ripetizione del codice legale dato a Mosè sul monte Sinai, bensì una riformulazione presentata sotto forma di sermoni o esortazioni. Non si tratta di un codice legale “orientato all’azione”, ma piuttosto di un testo “orientato all’atteggiamento”. Il Deuteronomio è strutturato attorno a discorsi che spingono il lettore a rimanere fedele alla legge ebraica, soprattutto in relazione al culto monoteista.

Il libro è composto da tre discorsi principali, ai quali si aggiungono materiali appendici che presumibilmente rappresentano le ultime parole e il testamento di Mosè, pronunciato prima dell’ingresso nella Terra Promessa di Canaan. Alcuni studiosi suggeriscono che i primi quattro capitoli fungano da introduzione all’intera Storia Deuteronomistica, mentre i capitoli successivi costituiscono un’introduzione specifica al Deuteronomio stesso.

Il Recupero del Deuteronomio e la Riforma di Giosia

È interessante notare che si pensa che il libro del Deuteronomio sia stato perso per un certo periodo, ma che sia stato riscoperto durante il regno di Giosia, re di Giuda, nel 621 a.C. Giosia tentò di realizzare una riforma religiosa basata sugli ideali espressi nel Deuteronomio, cercando di riportare il popolo a una stretta osservanza delle leggi mosaiche e del culto monoteista.

Storia Deuteronomistica (DH)

Gli studiosi sostengono che la Storia Deuteronomistica prenda le mosse dal materiale contenuto nel Deuteronomio, e che successivamente organizzi narrazioni, discorsi, annali e registri con l’intento di non far mai perdere di vista al lettore il messaggio centrale del libro. In questo senso, notano ripetizioni di linguaggio, stile e temi comuni che attraversano i libri successivi della Bibbia ebraica fino a 2 Re. Questo porta a considerare l’ipotesi che ci sia un deliberato progetto editoriale che qualifica tutti questi testi come parte di un’unica storia deuteronomistica.

Un elemento chiave del Deuteronomio e della Storia Deuteronomistica è la visione pessimistica della storia di Israele: la disobbedienza del popolo al patto divino è un tema ricorrente, in particolare per quanto riguarda l’idolatria. Questo modello di narrazione riflette l’idea che Israele abbia costantemente fallito nel rispettare le leggi di Dio, portando così a disastri e punizioni.

Il Canone Biblico e le Prospettive Storiche

Se questa ipotesi è corretta, la Storia Deuteronomistica rappresenterebbe uno dei primi tentativi di creare un canone biblico, con il Deuteronomio che viene spesso considerato come testo canonico a causa del suo avvertimento di non aggiungere né togliere nulla dalle parole scritte. Gli studiosi sono divisi riguardo alla datazione del Deuteronomio e della Storia Deuteronomistica, ma molti concordano che il testo sia stato probabilmente modificato e compilato dopo l’esilio babilonese, avvenuto nel 587 a.C.

Uno studioso come David Noel Freedman ha proposto che Baruch, lo scriba di Geremia, possa essere stato il responsabile della compilazione del Deuteronomio. Tuttavia, altri ritengono che il testo rifletta una prospettiva più legata al nord di Israele e ai profeti che vi operavano. Questa raccolta si contrapporrebbe ad altre due principali tradizioni bibliche identificate dagli studiosi: i libri Sacerdotali, che comprendono gran parte del Pentateuco, e i libri del Cronista, come Ezra e Neemia.

La Storia Deuteronomistica, essendo una compilazione piuttosto tarda, riflette spesso in modo velato l’esperienza dell’esilio babilonese. Vi sono infatti passaggi in altri libri, non appartenenti alla DH, che sembrano allinearsi con le idee e le preoccupazioni espresse nel Deuteronomio.

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