Monte Cassino, situato su una collina strategica lungo la strada tra Roma e Napoli, divenne il nuovo centro delle sue attività monastiche. La posizione di questo monastero era così rilevante che Benedetto dovette probabilmente ottenere il permesso governativo per occuparla. Durante il suo soggiorno a Monte Cassino, Benedetto incontrò Totila, re dei Goti, durante la sua marcia su Roma. Totila, impressionato dalla santità e dalle capacità profetiche di Benedetto, decise di entrare a Roma senza distruggerla.
Quando Benedetto prese possesso di Monte Cassino, trovò un tempio pagano dedicato ad Apollo. Distrusse l’altare pagano e lo sostituì con una cappella dedicata a San Martino, convertendo al cristianesimo i residenti locali. L’abbazia di Monte Cassino divenne uno dei centri spirituali più importanti del tempo, ma subì numerose distruzioni nel corso della storia, tra cui quella causata dai Lombardi poco dopo la morte di Benedetto e, più recentemente, il bombardamento durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il contributo più grande di Benedetto fu la sua Regola, un insieme di linee guida per la vita monastica basato sulle Sacre Scritture e su altre regole monastiche precedenti. Questa Regola si distinse per la sua saggezza e moderazione, stabilendo un equilibrio tra la preghiera, il lavoro manuale e la vita comunitaria. L’intento di Benedetto non era quello di creare un modello di vita riservato a pochi asceti, ma di offrire un cammino spirituale accessibile a tutti i cristiani.
Inizialmente, la Regola di San Benedetto fu seguita in forma mista, combinata con altre regole monastiche. Tuttavia, grazie alla sua moderazione e al supporto di personalità influenti come Gregorio Magno, la Regola di Benedetto cominciò a prevalere. In Inghilterra, la più antica copia esistente della Regola risale alla prima metà dell’VIII secolo. Inoltre, fu l’anglosassone San Bonifacio a promuovere la Regola di Benedetto nel regno franco, con la fondazione dell’abbazia di Fulda nel 744 d.C., il primo monastero a seguire esclusivamente questa Regola.
La diffusione universale della Regola fu merito di Benedetto d’Aniane, che convinse l’imperatore Carlo Magno della necessità di adottare la Regola di San Benedetto per unificare e riformare i monasteri del suo impero. La Regola di Benedetto, considerata la più equilibrata e moderata tra quelle esistenti, offriva una struttura flessibile e adattabile a ogni comunità monastica. Carlo Magno e suo figlio, Ludovico il Pio, imposero quindi la Regola di San Benedetto a tutti i monasteri dell’impero intorno all’anno 816 d.C.. Da quel momento, i monasteri benedettini fiorirono e si diffusero in tutto il mondo.
La vita e l’opera di Benedetto da Norcia ebbero un impatto duraturo non solo sul monachesimo occidentale ma su tutta la Chiesa cattolica. La sua Regola divenne la base della vita monastica per secoli, influenzando profondamente l’organizzazione della Chiesa e il pensiero cristiano. Grazie alla sua moderazione e alla sua visione di una vita comunitaria equilibrata, Benedetto è considerato uno dei più grandi maestri spirituali della storia del cristianesimo.