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Il termine discepolo era comunemente utilizzato nei circoli filosofici greci per indicare un seguace impegnato di un maestro, come nel caso di Socrate. Gesù di Nazareth ebbe molti discepoli oltre ai Dodici che diventarono gli apostoli della Chiesa. Per esempio, in Luca 6:13, si accenna all’esistenza di un gruppo più ampio di discepoli: “Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli.” Tra i discepoli che non furono scelti come apostoli vi erano anche donne, il che è notevole, poiché pochi maestri del tempo avevano discepole femminili.

Oltre ai discepoli più stretti, molte persone, uomini e donne, erano attratte da Gesù e lo seguivano occasionalmente. I Vangeli li definiscono come “folla”. Gesù condivideva con i discepoli insegnamenti più profondi, riservati solo a loro, mentre alla folla raccontava parabole. Ad esempio, nel Vangelo di Marco, dopo aver raccontato le parabole alla folla, i discepoli chiedevano a Gesù il significato nascosto delle storie. Questo insegnamento riservato ai discepoli indicava che essi erano destinati a sviluppare una comprensione più profonda degli insegnamenti di Gesù.

I Dodici Apostoli

I Dodici scelti da Gesù abbandonarono tutto ciò che avevano, incluse le loro famiglie e occupazioni, per seguirlo. Questi apostoli condividevano momenti privati della vita di Gesù che non erano accessibili ad altri discepoli. Solo i Dodici, ad esempio, furono presenti durante la notte dell’arresto di Gesù. I nomi dei Dodici sono riportati nei Vangeli sinottici e negli Atti degli Apostoli: Simone Pietro, Giacomo figlio di Zebedeo, Giovanni, Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo figlio di Alfeo, Taddeo (Giuda), Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, che tradì Gesù.

Curiosamente, i nomi di Simone Pietro, Filippo e Giacomo figlio di Alfeo occupano sempre le stesse posizioni nelle varie liste degli apostoli, rispettivamente primo, quinto e nono. Questo ha portato alcuni a ipotizzare che i Dodici fossero organizzati in gruppi di quattro, con Pietro, Filippo e Giacomo come leader di gruppo, ma non ci sono prove concrete a sostegno di questa ipotesi.

Le Professioni e l’Origine degli Apostoli

I Dodici provenivano tutti dalla regione della Galilea. Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni erano pescatori. Tra questi, Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni costituivano il nucleo più intimo dei seguaci di Gesù. Simone Pietro era il leader indiscusso dei Dodici. Andrea, suo fratello, lo presentò a Gesù e, secondo la tradizione, predicò in Grecia, Asia Minore e lungo le coste del Mar Nero, dove fu martirizzato a Patrasso.

Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, erano anch’essi fratelli e si distinguevano per il loro carattere ambizioso e focoso. Chiesero a Gesù di sedere alla sua sinistra e destra nel regno dei cieli. Giacomo, detto anche “il Maggiore”, fu il primo apostolo a essere martirizzato sotto Erode Agrippa I. Secondo la tradizione, Giacomo predicò in Spagna prima di essere ucciso a Gerusalemme. Giovanni, identificato come il discepolo amato, è tradizionalmente considerato l’autore del Vangelo di Giovanni, delle tre Epistole di Giovanni e forse anche del Libro dell’Apocalisse. Si dice che sopravvisse a una caldaia di olio bollente e al suo esilio a Patmos sotto l’imperatore Domiziano, morendo di morte naturale a Efeso in compagnia di Maria, la madre di Gesù.

Altri Apostoli

Filippo è ricordato nel Nuovo Testamento per aver presentato Natanaele a Gesù e per aver chiesto a Gesù di mostrare loro il Padre. Secondo la tradizione, Filippo predicò in Asia Minore, dove morì martire. Di Bartolomeo si sa poco, ma la tradizione lo identifica con Natanaele, l’uomo senza inganno menzionato in Giovanni 1:43-51. Predicò in Armenia e India.

Tommaso, noto anche come Didimo (Gemello), è ricordato per il suo dubbio sulla resurrezione di Gesù e per aver voluto toccare le ferite del Signore risorto. Nella cultura siriaca e nella chiesa cristiana orientale, Tommaso è una figura prominente. Predicò in India, dove fu martirizzato. Viene anche associato al Vangelo di Tommaso, un testo di origine gnostica.

Matteo, esattore delle tasse, è tradizionalmente considerato l’autore del Vangelo di Matteo, anche se molti studiosi mettono in dubbio questa attribuzione a causa della sua apparente dipendenza letteraria dal Vangelo di Marco. Giacomo figlio di Alfeo, detto anche “il Minore”, è una figura poco conosciuta. Secondo alcune tradizioni, predicò in Palestina ed Egitto, mentre altre lo collocano in Persia. Taddeo (chiamato anche Giuda figlio di Giacomo in Luca e negli Atti) è anch’egli una figura di cui si sa poco, ma si dice che predicò in Armenia, Siria e Persia.

Simone il Cananeo, noto anche come Simone lo Zelota, potrebbe essere stato un militante. Secondo alcune tradizioni, predicò in Nord Africa, Armenia e forse anche in Britannia. Infine, Giuda Iscariota è noto per aver tradito Gesù. Secondo il Vangelo di Matteo, si impiccò per il senso di colpa. Dopo la sua morte, fu sostituito da Matthia, un discepolo di cui si sa poco nel Nuovo Testamento, ma che, secondo la tradizione armena, evangelizzò in Armenia insieme ad altri apostoli.

Pietro e il Ruolo nella Chiesa

Simone Pietro, noto anche come Cefa, era una figura chiave tra i Dodici, amato da Gesù per la sua umanità genuina, anche se accompagnata da maniere a volte brusche. Era spesso il portavoce del gruppo e svolse un ruolo centrale nella prima Chiesa. Dopo la resurrezione di Gesù, Pietro si spostò a Roma, che divenne il centro della Chiesa Latina. Secondo la tradizione, morì martire a Roma, crocifisso a testa in giù.

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