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Silent Hill, uno dei franchise horror più venerati nel mondo dei videogiochi, sta rischiando di perdere il contatto con ciò che ne ha decretato il successo.

Sebbene Silent Hill sia stata a lungo considerata una serie horror importante e influente, in particolare durante le epoche PS1 e PS2, i progetti recenti e futuri rischiano di offuscarne l’identità e lo spirito. Konami ha in cantiere diversi progetti su Silent Hill e, se da un lato molti giocatori si sentono fiduciosi per il futuro, dall’altro ce ne sono altrettanti, se non di più, che si avvicinano a questa nuova fase del franchise con apprensione.

Nonostante l’intenzione di competere con Resident Evil, Silent Hill si è fatto rapidamente conoscere per il suo marchio di horror psicologico distinto e decisamente intimo, che sarebbe stato ampliato e rafforzato nelle versioni successive, in particolare Silent Hill 2 e Silent Hill 3. Il Team Silent ha interrotto lo sviluppo dei giochi di Silent Hill dopo Silent Hill 4: The Room e il franchise ha subito una tendenza al declino in termini di successo critico e finanziario con l’uscita dei titoli successivi, portando all’attuale strategia di pubblicazione di Konami.

L’ampio approccio di Konami allo sviluppo di Silent Hill potrebbe fare più male che bene

Ai tempi del Team Silent, Silent Hill aveva una visione creativa chiara e ben definita. Ora, i nuovi titoli di Silent Hill vengono sviluppati da diversi studi e, se da un lato la diffusione di un’IP tra diverse menti creative può avere i suoi vantaggi, dall’altro una serie come Silent Hill, nota per il suo tono esoterico e specifico e per il suo approccio alla narrazione, potrebbe essere gestita meglio da un gruppo di sviluppatori più coerente.

Questo problema di autenticità è parte del motivo per cui così tanti fan sono stati frustrati dalla cancellazione di Silent Hills di Hideo Kojima. Mentre molti giocatori speravano indubbiamente di vedere l’opera di Kojima sul franchise, l’entusiasmo per Silent Hills nasceva più che altro dalla sensazione che il franchise avesse una leadership creativa chiara e ben definita nella forma di Kojima e Guillermo del Toro. Questo è ciò che manca all’attuale serie di giochi di Silent Hill, che possono sembrare più che altro uscite sicure ed esternalizzate, progettate con la priorità di costruire un franchise.

Silent Hill ha una nuova generazione di concorrenti Survival Horror

È in qualche modo appropriato che, a distanza di tutti questi anni, Silent Hill sia ancora in competizione con Resident Evil quando si tratta di survival horror AAA. Ma Capcom è ben lontana dall’essere l’unica concorrente della serie nell’era moderna. Diversi giochi indie, molti dei quali ispirati alla trilogia originale di Silent Hill, sono riusciti a ricreare o iterare con successo lo stile iconico di Silent Hill, un horror psicologico tagliente e oscuro.

Persino Resident Evil, che si è riaffacciato all’horror con Resident Evil 7 del 2017, prende spunto dai classici giochi di Silent Hill. Inoltre, titoli importanti come Alan Wake 2 puntano su elementi horror avvincenti e cerebrali. L’evoluzione del gioco horror, anche solo nell’ultimo decennio, rende il panorama più competitivo, dove la semplice riproposizione dei vecchi punti fermi di Silent Hill non sarà sufficiente a far emergere il franchise.

Sebbene una sana dose di scetticismo sul futuro di Silent Hill sia utile, un certo grado di ottimismo non è ingiustificato. I promettenti film in uscita, come Silent Hill: Townfall e Silent Hill possono incanalare lo spirito dei giochi classici innovando con l’aiuto di una solida direzione creativa, e il remake di Silent Hill 2 potrebbe, come minimo, fornire una valida alternativa moderna alla versione di Silent Hill preferita dai fan.

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